Cellule immunitarie geneticamente modificate possono combattere virus letali: la nuova scoperta

Ecco la ricerca pubblicata su Sciencemag.org che rivela un nuovo approccio per sconfiggere virus letali grazie a cellule immunitarie geneticamente modificate

I ricercatori potrebbero aver tracciato la via nella lotta contro alcuni dei virus fra i più letali del mondo. Mediante l’ingegneria genetica delle cellule immunitarie per rendere più efficaci gli anticorpi, hanno difeso i topi da un virus polmonare potenzialmente letale. La stessa strategia potrebbe funzionare negli esseri umani contro le malattie per le quali non esistono contromisure o vaccini. La ricerca è stata pubblicata dal sito Sciencemag.org.

È un grande passo avanti” sono state le parole pronunciate dall’immunologo James Voss dello Scripps Research Institute di San Diego, in California che non ha fatto parte dello studio.

I vaccini contengono tipicamente un invasore microbico disabile o frammenti delle sue molecole. Stimolano le cellule immunitarie conosciute come cellule B per liberare gli anticorpi che colpiscono il patogeno. Tuttavia, non tutti quelli che ricevono un vaccino ottengono protezione da questi virus. Ad esempio, gli anticorpi di alcuni pazienti non sono in grado di identificare il pericolo. E i ricercatori non sono stati in grado di sviluppare vaccini contro alcuni microbi, come l’HIV e il virus respiratorio sinciziale (RSV), che causa infezioni polmonari principalmente nei bambini e nelle persone con un sistema immunitario depresso.

Nel nuovo studio, l’immunologo Justin Taylor del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle di Washington e altri colleghi hanno testato se potevano ingegnerizzare le cellule B per ricreare un anticorpo già noto per essere potente contro l’RSV. Con il sistema di modifica del genoma CRISPR con siepping del DNA, hanno tagliato uno dei geni degli anticorpi nelle cellule del topo B.

Questo approccio potrebbe debellare virus letali per i quali non esiste vaccino

Gli scienziati hanno quindi utilizzato un virus per trasportare un gene per l’anticorpo anti-RSV nelle cellule. Dopo che il gene inserito si è sistemato in posizione nel DNA a fette, ha iniziato a funzionare e le cellule B hanno sfornato l’anticorpo di targeting RSV. Utilizzando lo stesso approccio, gli scienziati potrebbero anche stimolare le cellule B umane per creare anticorpi contro altri tre virus, tra cui l’HIV e un tipo di virus influenzale. “Abbiamo ottenuto incredibilmente grandi risultati” sono state le parole di JustinTaylor. Infatti fino al 60% delle cellule produrrebbero con questo sistema l’anticorpo aggiunto, superiore a quello degli studi precedenti che hanno tentato di modificare geneticamente le cellule B.
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Ad oggi non esiste nessun vaccino contro l’HIV, ma alcune persone esposte al virus producono naturalmente anticorpi estremamente potenti per contrastarlo. L’approccio con le cellule B potrebbe consentire ai ricercatori di sfruttare questi anticorpi e quindi fornire protezione contro l’infezione da HIV. Progettare le cellule per creare anticorpi diversi potrebbe respingere altre malattie causate da virus che sono resistenti ai vaccini.

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