Emergenza terremoti

Emergenza terremoti: “Di fronte alle calamità occorre più cultura scientifica”

All’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Niccolò Cusano è intervenuto Carlo Doglioni: il presidente dell’INGV ha sottolineato quanto sia importante oggi lavorare di più sulla divulgazione scientifica per farsi trovare pronti in caso di eventi sismici

È soltanto in occasione di calamità naturali come terremoti, eruzioni, frane o allagamenti che gli argomenti scientifici della Terra attirano l’attenzione dei media e cittadini. In una società sana, invece, noi dovremmo lavorare non in emergenza, ma essere pronti nel momento della crisi.

A parlare questa mattina davanti a una platea di studenti è Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Intervenuto all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Niccolò Cusano, il professore ha messo in evidenza come si tratti di “una questione culturale che deve fondarsi nelle scuole, che deve preparare i ragazzi a convivere con l’ambiente, a rispettarlo e a conoscerne pregi e difetti”.

Per il numero uno dell’INGV “è un percorso di crescita educativa che deve partire dal basso e portare le persone ad avere un rapporto più semplice, ma più efficace con la natura.”

Nel suo intervento, Carlo Doglioni ha sottolineato quanto sia importante difendersi anche dalle informazioni false, soprattutto nell’era dei social. “Dobbiamo distinguere i dati fattuali dalle interpretazioni e bisogna anche valutare la qualità dei dati visto che spesso vengono fornite notizie distorte al pubblico – ha affermato Doglioni – Siamo in un periodo in cui c’è la diffusione di fake news che minano la credibilità della scienza. La scienza non è una fede, va avanti per progressi lenti, ma costanti e che si basano sul lavoro di tante menti che cercano di dedicare la propria vita al miglioramento della qualità sociale perché la scienza non è fine a sé stessa, ma è volta alla crescita del benessere collettivo oltre che della conoscenza”.

L’inaugurazione dell’anno accademico dell’Unicusano è stata anche occasione per fare il quadro sull’evoluzione delle università telematiche. Riconosciute più di un decennio fa dal Miur, per moltissimi ragazzi e lavoratori rappresentano l’opportunità di intraprendere un percorso universitario. A confermarlo i numeri di un fenomeno in grande ascesa, evidenziati da indagini come quella dell’Anvur.

All’Università Niccolò Cusano le iscrizioni, in poco tempo, si sono moltiplicate, tanto che la percentuale di nuove leve è salita del 20% rispetto al 2016 e di ben il 118% rispetto al 2014. Gli studenti che hanno conseguito il titolo nell’ateneo hanno toccato quota 25mila e se Economia, Giurisprudenza e Scienze Politiche si confermano un’opzione solida, la vera impennata la raggiungono i percorsi in Ingegneria, Scienze della Formazione e Psicologia.

La laurea è online, complice la comodità di seguire le lezioni h24 dal proprio computer. Inoltre, alcuni atenei, come l’Unicusano, offrono la possibilità di seguire i corsi in sede con professori, tutor, aule e laboratori a disposizione.

Mentre le università tradizionali stanno assistendo a una progressiva contrazione degli iscritti, le telematiche intercettano sempre di più l’interesse sia dei giovani sia dei lavoratori desiderosi di perfezionare il proprio percorso di formazione. Oggi i principali “campus digitali” (tra cui Unicusano, Unipegaso, Ecampus, Uninettuno) riescono a coinvolgere una platea di 70mila studenti.

Proprio l’Unicusano, grazie alla sua offerta variegata, è in cima alle classifiche delle preferenze. Dando uno sguardo alle rilevazioni disponibili sul sito dell’Anagrafe degli studenti è possibile monitorare questa crescita: nel 2010 gli iscritti erano 9.581, nel 2011 10.546, nel 2012 11.927, nel 2013 12.455, nel 2014 15.342 fino ad arrivare agli oltre 30mila studenti di oggi tra lauree triennali, magistrali, master e corsi di formazione.

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