Sindrome di San Valentino

Sindrome di San Valentino: è spesso occasione per fare un bilancio non sempre positivo della propria stabilità affettiva

La festa di San Valentino mette in crisi chi non è adeguato al modello di “coppia felice”: a rischio una donna su 3 ed un uomo su 4

La Sindrome di San Valentino colpisce non solo i single, ma anche le coppie: nella fascia di età compresa tra i 35 ed i 54 anni un’italiana su 3 ed un italiano su 4 sono infatti a rischio tristezza.

Sindrome di San ValentinoA causa dal senso di esclusione che viene scatenato dalla festa degli innamorati, questa sindrome colpisce maggiormente i single: in questo giorno il 40% degli scoppiati tendono a sperimentare angoscia e depressione. Ma il 14 febbraio anche le coppie sono a rischio di infelicità e malumore.

Il rischio maggiore lo corrono le coppie che stanno insieme da più di un anno, ma da non più di 7 anni. Le coppie di lunga data ne sono pressoché immuni perché hanno avuto il tempo di adottare tecniche di compensazione” precisano gli psicologi di Escort4you.xxx.

Escludendo quindi le coppie di lunga data, quelle che hanno superato la cosiddetta crisi del settimo anno, tutte le altre dopo il primo anno hanno bisogno di fare un «Tagliando» per migliorare la relazione e scoprire se la coppia è destinata a durare in futuro.

Ma che cosa è la Sindrome di San Valentino?

Questa sindrome si manifesta come un malessere che molte persone sentono con l’approssimarsi della Festa degli Innamorati e che spesso dipende dal fatto di non avere trovato la persona giusta (per chi è in coppia) o dal senso di esclusione da questa festa (per chi è single) – rispondono gli psicologi.

Ma sia per chi è in una relazione che per chi è single – proseguono gli psicologi – altrettanto spesso la ragione per cui si manifesta la Sindrome di San Valentino è legata alla “filofobia”: quell’angoscia che alcuni provano all’idea di innamorarsi e intraprendere una relazione duratura.

La filofobia è dunque «paura di amare», un disagio emotivo che nei casi più gravi porta ad una condizione di inibizione e di introversione cronica, fino ad arrivare all’apatia ed all’alienazione dai legami familiari e sociali. Una condizione emotiva che può dunque apportare grandi difficoltà nel costruire relazioni sane e durature.

È come se invece di amare si congelassero i propri sentimenti e si avesse paura di fronte alla prospettiva di potere incontrare e uscire con qualcuno. I sintomi possono anche essere evidenti: battito cardiaco irregolare, mancanza di respiro, sudorazione, nausea ed un intenso bisogno di fuggire dalle situazioni concrete o anche solo ipotizzate con un potenziale partner. E purtroppo sono soprattutto i giovani ad esserne colpiti, spesso inconsciamente, come meccanismo di difesa dal dolore, perché amare significa mettersi a nudo e mostrare le proprie fragilità,”donando se stessi” e mettendosi in gioco fino in fondo.

Come si può uscire da questa condizione?

Sia i single che le coppie devono imparare ad instaurare un vero dialogo con il partner, vincendo le proprie paure e costruendo la consapevolezza che vivere una storia non porta ad una perdita di sé ma costituisce un necessario percorso umano che alla fine porta anche ad accrescere se stessi.

Per i single, poi, il nostro impegno è quello di fare conoscere loro quel partner speciale che hanno sempre sognato, senza fare loro perdere tempo con inutili annunci ma selezionando solo quei partner che potrebbero realmente fare breccia nel loro cuore in base agli interessi, passioni, aspettative, modi di fare e soprattutto in base alla tipologia emotiva “analogica” di ciascuno – concludono gli psicologi.

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