Lo scorso mercoledì il portavoce del team di Instagram ha affermato che il famosissimo social network non è la fonte della diffusione delle informazioni di contatto appartenenti a milioni di utenti molto seguiti, ritrovate in un database online non protetto.
L’esistenza della cache dati online, scoperta da un ricercatore che si occupa di sicurezza, è stata rivelata lo scorso lunedì dal sito TechCrunch, che ne ha rivelato la provenienza: l’origine sarebbe stata rintracciata a Mumbai e l’autore della compilazione sarebbe l’azienda di social marketing Chtrbox.
Il portavoce di Instagram sostiene che il social network prende molto sul serio qualsiasi accusa riguardante l’uso improprio di dati, aggiungendo che, a seguito di un’inchiesta preliminare, non è stato individuato alcun accesso a informazioni confidenziali come indirizzi e-mail o numeri di telefono degli utenti di Instagram.
Secondo quanto asserito dal social network basato sulle immagini, il database di Chtrbox conteneva informazioni disponibili al pubblico provenienti da un vasto numero di fonti, una delle quali era lo stesso Instagram.
In risposta a un’inchiesta dell’AFP, Chtrbos ha affermato che un database relativo agli “influencer” è stato inavvertitamente esposto al pubblico per circa 72 ore, ma che non comprendeva alcun dato sensibile. L’azienda ha aggiunto che nessun dato personale è stato diffuso con mezzi non etici da Chtrbox e ha asserito di non aver mai acquistato dati rubati derivanti da violazioni delle piattaforme social.