La parziale revoca della licenza di Android a Huawei da parte di Google ha posto il gigante cinese di fronte a una sfida colossale.
La decisione di Google di tagliare parzialmente fuori i dispositivi Huawei dall’utilizzo del suo sistema operativo Android comporta per il titano della tecnologia uno dei più drammatici dilemmi di sempre: come poter tenere il passo della concorrenza se non è possibile usare la piattaforma che alimenta la stragrande maggioranza degli smartphone del mondo intero?
Si tratta di un’eventualità per la quale l’azienda di Shenzen si stava preparando da anni – apparentemente dal 2012 – con la creazione di un sistema operativo proprietario; tuttavia, nonostante Huawei abbia ammesso la sua esistenza, questa piattaforma rimane circondata dal mistero.
In un’intervista pubblicata a marzo su un quotidiano tedesco Richard Wu, CEO del Consumer Business Group di Huawei, afferma che l’azienda ha approntato il proprio sistema operativo poiché, se non potesse più utilizzare sistemi come Android, avrebbe bisogno di essere ben equipaggiata. Ciò non toglie, però, che questo sia il piano B e che l’azienda preferirebbe continuare a collaborare con gli ambienti forniti da Google e Microsoft.
Allo stato attuale, il sistema operativo proprietario di Huawei potrebbe assumere per la compagnia cinese un’importanza capitale: il ban imposto da Washington la scorsa settimana potrebbe colpire centinaia di milioni di possessori di smartphone e tablet Huawei in tutto il mondo.
Dal canto suo, Google ha affermato di voler rispettare le restrizioni imposte dagli USA e di voler impedire a Huawei l’accesso ad alcune funzioni e componenti centrali del sistema operativo Android.
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