Oggigiorno internet è considerato uno strumento a dir poco imprescindibile per la nostra quotidianità. Va da sé che sono molti i privati a disporre di un abbonamento ad internet, divenuto negli ultimi anni molto più conveniente da un punto di vista economico rispetto al decennio scorso. Tuttavia, alcuni studi tendono a lanciare anche alcuni campanelli d’allarme da non sottovalutare, per via della presenza in bolletta di alcuni costi solitamente messi in secondo piano durante la sottoscrizione del contratto.
Ad oggi, risulta che un costo di un abbonamento ad internet, facendo una media di tutti gli operatori nostrani, è di circa 27 euro al mese. Una cifra incredibilmente conveniente rispetto ad alcuni anni fa, che include anche diversi servizi gratuiti (come le chiamate nazionali verso fissi e cellulari, ormai in caduta libera anche grazie alle offerte degli operatori per smartphone e cellulari), e con una velocità che sta standardizzando la fibra.
Tuttavia, spesso a questi costi si vanno ad aggiungere altre cifre più occulte: le principali, generalmente, sono quelle dell’attivazione della linea e del modem. Per quanto riguarda la prima, gli operatori convenzionalmente utilizzano la formula “una tantum”, dal costo medio di circa 60 euro e spalmata sul canone mensile. Ben più caro il modem, che può superare anche i 110 euro, anch’esso dilazionato nell’abbonamento mensile solitamente in 48 tranche. In entrambi i casi, tuttavia, alcune compagnie offrono costi d’attivazione gratuite e comodato d’uso, sempre gratuito, qualora l’utente decida di rispettare il vincolo contrattuale di 24 mesi. Se invece l’utente decide di esercitare la disdetta prima del termine del vincolo o di cambiare operatore, rischia la cosiddetta “stangata”: ossia, una spesa sull’unghia del costo d’attivazione e del modem, oltre che della disdetta stessa.
Come difendersi, allora, dagli eventuali imprevisti di un abbonamento internet? L’unico metodo davvero efficace e di leggere attentamente il contratto prima di mettere nero su bianco, in modo da non avere nulla di cui pentirsi successivamente.
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