Fin dai tempi più antichi, gli uomini hanno spesso alzato gli occhi al cielo sognando di poter un giorno conquistare quel corpo celeste visibile durante la notte, e che porta il nome di Luna. Solamente svariati studi, unitamente al progresso tecnologico, hanno poi rivelato che quello altro non era che un satellite del nostro pianeta, l’unico che ruota attorno all’orbita terrestre. Pur se le spiegazioni tecniche in qualche modo hanno diminuito il fascino e la poesia che la circondavano, la Luna è comunque rimasta un obiettivo dell’uomo. Finché quest’ultimo non è riuscita a raggiungerla grazie alle missioni spaziali il 20 luglio del 1969. E parlando della conquista della Luna, i nomi chiave che vengono in mente sono sempre quelli di uomini: basti pensare a Neil Armostrong o Buzz Aldrin. Ma cosa pensereste se vi dicessimo che anche una donna, Katherine Johnson, in tutto questo ha avuto un ruolo chiave?
Katherine Johnson è stata una fra le menti più brillanti del ‘900, e il suo contributo ai programmi spaziali e all’aeronautica statunitense, negli anni ’60, fu a dir poco determinante. Matematica, scienziata e ingegnere spaziale di livello eccezionale, i suoi calcoli, sempre precisi e perfetti, furono fondamentali alla NASA per portare l’uomo sulla Luna. Afroamericana, il suo ruolo fu anche di ispirazione per un’etnia che, in quegli anni, era vittima di razzismo e intolleranza. Katherine Johnson si è spenta pochi giorni fa, all’età di 101 anni.
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