Da gennaio, come si legge sul sito Astronomy, la missione Chang’e-4 in Cina – costituita da un orbiter e un rover – ha esplorato il lato più lontano della Luna, in particolare il pregiato bacino del Polo Sud-Aitken, un cratere formatosi in seguito ad un impatto a forma di asteroide che si estende su quasi un quarto della superficie lunare . E’ un cratere noto per essere il più grande sulla Luna, così come il più profondo e il più antico. Gli scienziati hanno a lungo lasciato sospettare che Aitken possa contenere indizi vitali su come la Luna – e molti altri corpi del sistema solare – si siano formati e poi evoluti.
Ora, il Rover Yutu-2 della missione Chang’e-4, che sta ancora attraversando il Bacino di Aitken, ha finalmente scoperto le ragioni della presenza dei detriti attorno alla Luna che i ricercatori pensano siano stati originati in profondità dal mantello della Luna, al di sotto del materiale di superficie più leggero. Gli impatti meteorici nella crosta già sottile del Bacino di Aitken potrebbero aver scavato questo materiale, che è marcatamente diverso dalle rocce superficiali e dalle regolite che la maggior parte delle missioni lunari hanno studiato. E esaminando quei minerali, gli scienziati hanno sostenuto di avere un’idea più precisa e attendibile su come la nostra Luna si sia formata e si sia evoluta.
La Luna si formò in seguito allo schianto della Terra contro un pianeta delle dimensioni di Marte chiamato Theia. E come molti grandi corpi del sistema solare, i ricercatori pensano che quando la Luna era molto giovane, fosse ricoperta da un oceano di magma. Quando la Luna si raffreddò, i materiali più pesanti affondarono verso il nucleo lunare, mentre il materiale più leggero fluttuò verso l’alto, dove furono preservati come la superficie lunare che vediamo oggi. In mezzo questi è uno strato medio chiamato “mantello”.
E a differenza della Terra, con i suoi vulcani, la sua tettonica a placche e le profonde rotture oceaniche, la Luna non ha rimescolato molto i suoi strati. Quindi i materiali più pesanti sarebbero affiorati in superficie in seguito ad impatti di meteoriti talmente forti da sfondare gli strati superficiali verso il mantello più profondo sottostante – in particolare milioni o miliardi di anni fa quando quello strato inferiore era ancora fuso.
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