Lo scorso giovedì la Turchia ha concesso all’organismo di supervisione radio e televisiva il controllo di tutti i contenuti online, comprese le piattaforme di streaming come Netflix e le agenzie di stampa online, con una mossa che ha suscitato preoccupazioni per la possibile censura. La mossa era stata inizialmente approvata dal parlamento turco nel marzo dello scorso anno, con il sostegno del presidente Tayyip Erdogan, al governo con il partito AK, e del suo alleato nazionalista.
Il regolamento, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Turchia giovedì scorso, impone a tutti i fornitori di contenuti online di ottenere le licenze di trasmissione da RTUK, che supervisionerà i contenuti da essi pubblicati. Oltre al gigante dello streaming Netflix, altre piattaforme come i siti locali di streaming PuhuTV e BluTV, che negli ultimi anni hanno prodotto spettacoli popolari, saranno soggette a supervisione e potenziali multe o perdita della licenza.
Oltre ai servizi in abbonamento come Netflix, anche le edicole online gratuite, i cui ricavi sono basati sulla pubblicità, saranno soggette alle stesse misure. “Lo scopo di questo regolamento è quello di stabilire i metodi e i principi per regolare la presentazione e la fornitura di servizi di radio, televisione e servizi di trasmissione on demand, la consegna delle licenze di trasmissione ai media, la concessione delle autorità di trasmissione agli amministratori di piattaforma e la supervisione delle trasmissioni in questione,” si legge nel regolamento stesso.
I fornitori di contenuti che non rispettano il regolamento e le linee guida di RTUK avranno 30 giorni di tempo per adeguare i loro contenuti agli standard richiesti, pena la sospensione della licenza per tre mesi e la successiva revoca definitiva. L’annuncio di giovedì scorso non ha specificato quali standard ci si aspetta che vengano seguiti. Un portavoce di Netflix in Turchia ha detto che la piattaforma segue da vicino gli sviluppi e ha intenzione di continuare a fornire contenuti per questo Paese.