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L’addio di Mario Draghi alla Bce: il bilancio dell’uomo che ha salvato l’Euro

Mario Draghi lascia la Bce, il suo mandato scadrà a fine ottobre: ecco un breve riassunto dei grandi meriti dell’economista italiano

Nel 2012 Mario Draghi pronunciò il solenne discorso che impegnò la Banca centrale europea a fare tutto il possibile per preservare l’euro. Giovedì scorso, il banchiere italiano di 72 anni ha presieduto la sua ultima riunione prima di dire addio alla BCE, infatti il suo mandato scadrà proprio alla fine del mese di ottobre dopo otto anni in carica. Come previsto, la BCE ha lasciato invariati i tassi dopo il mese scorso, offrendo tagli ai tassi e un controverso riavvio del QE. Dopo aver ottenuto la palma di ‘salvatore dell’Euro’, Draghi lascia l’incarico proprio in un momento cruciale per la moneta unica. Assunse la guida della BCE con sede a Francoforte nel novembre 2011 proprio mentre la crisi del debito dell’Eurozona si stava acuendo. Nel luglio 2012, con i rendimenti dei titoli di stato italiani e spagnoli scambiati a livelli quasi insostenibili, Draghi promise a Londra che avrebbe fatto di tutto per salvare l’euro dal fallimento.

“Nel nostro mandato, la BCE è pronta a fare tutto il necessario per preservare l’euro” affermò, garantendo anche che ciò che avrebbe fatto sarebbe stato sufficiente per raggiungere l’obiettivo. Poi ha guidato la BCE nella creazione di quello che sarebbe poi stati il programma di acquisto di obbligazioni mai registrato prima. Dopo quell’operazione, i rendimenti sul debito dei governi più vulnerabili dell’Eurozona sono tornati a livelli sostenibili, soprattutto per quanto riguarda l’Italia, il cui tasso sul debito sovrano aveva travalicato i limiti di sostenibilità. Draghi si è rivelato uno stratega attento e infallibile, ma anche un grande comunicatore in grado di rassicurare i mercati.

Col Quantitative Easing ha ridato ossigeno alle banche e stimolato l’economia

Nel 2015, superò l’opposizione della Germania e dei suoi alleati dell’Europa settentrionale per convincere la BCE ad attuare il Quantitative Easing per stimolare l’economia dell’eurozona e dare una ulteriore spinta all’inflazione. Elogiato per aver contribuito a salvare l’euro, Draghi è stato successivamente criticato per i bassi tassi di interesse e il loro effetto sui risparmiatori. Il tabloid tedesco Bild ha risposto alla decisione della BCE del mese scorso di spingere ulteriormente il tasso di deposito in territorio negativo con un’illustrazione fotografica di un Draghi con le zanne con il titolo: “Il conte Draghila ci sta risucchiando i conti”.

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