Facebook sta avendo un assaggio della sfida normativa che dovrà affrontare per creare una nuova valuta digitale con i partner aziendali. Appena poche ore dopo che il gigante dei social media ha svelato i primi piani in merito alla criptovaluta Libra, il ministro delle finanze francese Bruno Le Maire ha insistito sul fatto che solo i governi possono emettere valute sovrane, affermando che Facebook deve garantire che Libra non danneggi i consumatori né venga usata per attività illegali.
“Chiederemo garanzie sul fatto che tali transazioni non possano essere distratte, ad esempio per finanziare il terrorismo”, ha detto alla radio Europa-1. Facebook ha svelato la sua tanto discussa valuta martedì scorso, sostenendo che verrà lanciata pubblicamente all’inizio del prossimo anno con partner come Uber, Visa, Mastercard e PayPal.
Libra potrebbe aprire gli acquisti online a milioni di persone che non hanno accesso a conti bancari e potrebbe ridurre i costi dell’invio di denaro oltre confine. E’ facile, quindi, vedere quanto potrebbe essere attraente un’alternativa come Libra per le persone in paesi con un’inflazione elevata come il Venezuela.
Ma Facebook si trova già sotto esame in merito al suo scarso rendimento in fatto di privacy e al suo dominio nel campo di social media, messaggistica e attività correlate. Libra pone nuove questioni per il social network: dato che la moneta criptata è attualmente regolamentata in modo blando, se non per nulla, come potranno le autorità di regolamentazione finanziaria supervisionare il piano di Facebook? E quanti altri dati personali saranno comunque a disposizione del colosso dei social media?