Scienza, gli smartphone possono causare il cancro?

L’inizio del 2020, idealmente, per molti ha rappresentato anche un momento ideale per effettuare un primo bilancio circa il ventennio appena trascorso. Dal punto di vista tecnologico, l’invenzione che più di altre ha avuto un impatto nella nostra vita, con ogni probabilità, è quella dello smartphone. Il telefono portatile, dapprima noto solo come telefono cellulare, ha assunto le fattezze odierne grazie alla diffusione a macchia d’olio di internet. Tuttavia, questo apparecchio divenuto oramai imprescindibile per la nostra quotidianità, talvolta ha scatenato anche delle polemiche relative alla salute. Un tema che ultimamente pare essere tornato attuale, e sul quale la scienza è stata interrogata.

Qualche anno fa, infatti, Roberto Romeo, dipendente di Telecom, fu protagonista di un caso che fa ancora discutere: lo sviluppo di un tumore benigno al cervello, che in breve tempo gli ha causato la perdita dell’udito. La causa? A detta dell’uomo, il tumore sarebbe dovuto all’utilizzo prolungato dello smartphone durante i turni di lavoro (per un totale di circa 13.000 ore in 15 anni). Il che, naturalmente, ha riportato in auge l’annosa questione circa i campi elettromagnetici come fonte scatenante del cancro.

A gettare acqua sul fuoco ci ha pensato il ministro della salute, Roberto Speranza, che ha provato a rispondere a colpi di… scienza. Il ministro, infatti, ha riportato le parole di organizzazioni come l’OMS (l’Organizzazione Mondiale della Sanita) o l’AIRC (l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), secondo le quali i vari studi fin qui condotti non avrebbero trovato delle correlazioni tra lo smartphone e l’insergenza di un tumore. Se, quindi, da una parte si possono dormire sogni più tranquilli, dall’altra è sempre bene guardarsi le spalle: diversi medici e addetti della scienza, infatti, in queste settimane stanno firmando una petizione affinché vengano condotte ulteriori ricerche, specialmente in virtù del fatto che, ben presto, verranno attivate anche le nuove reti in 5G.