I software e le applicazioni per le previsioni meteo in tempo reale abbondano su tutti i principali app store. Ma quanto sono realmente attendibili le app per le previsioni meteo? Conviene davvero fare affidamento su di esse?
Difficile fornire una risposta puntuale a tali quesiti, anche perché – in buona sostanza – spesso due app per le previsioni meteo possono fornire distinte stime di quel che accadrà a distanza di qualche ora o di qualche giorno. Di qui, una ulteriore domanda, ancor più legittima: la nostra capacità di prevedere la temperatura, le precipitazioni e la velocità del vento stanno migliorando o no? Se così fosse, perché le previsioni possono variare così ampiamente a seconda delle applicazioni per smartphone che usiamo? Quando possiamo aspettarci previsioni accurate al 100%?
Per fornire un riscontro a quanto sopra, iniziamo con il rammentare che alla base delle moderne previsioni meteorologiche c’è la raccolta di enormi quantità di dati sullo stato dell’atmosfera e della superficie terrestre, come la temperatura, l’umidità e le condizioni del vento.
Considerato che non tutti i dati utili per poter compiere previsioni “scientifiche” e infallibili sono sempre disponibili, le lacune vengono generalmente colmate estrapolando dalle osservazioni disponibili e dalle previsioni passate. I modelli di previsione costituiti da insiemi di equazioni che governano i processi fisici e chimici utilizzano questo come punto di partenza per calcolare le condizioni future.
In tale scenario, il numero di osservazioni meteorologiche è aumentato drasticamente, insieme alla loro qualità. Merito, evidentemente, delle innovazioni tecnologiche oggi a disposizione, che ci permettono di disporre di nuovi dati sulla velocità del vento, o ancora dalle informazioni ottenute dagli ultimi satelliti, dalle reti radar per le precipitazioni, e così via.
Tutti questi dati vengono poi inseriti e integrati in algoritmi che possono compiere milioni di calcoli al secondo, e che approssimano i processi atmosferici. Modelli diventati sempre più complessi man mano che la scienza ha fatto progressi, e i cui risultati sono abbastanza impressionanti.
Uno studio pubblicato su Nature, nel 2015, aveva ad esempio scoperto che la capacità dei meteorologi di prevedere le pressioni atmosferiche con tre o dieci giorni di anticipo stava migliorando ad un ritmo di circa un giorno per decennio dal 1981.
Di qui, possiamo dunque giungere più concretamente al tema di oggi. La rivoluzione digitale ha trasformato il modo in cui otteniamo e utilizziamo le previsioni meteorologiche.
Le applicazioni per smartphone offrono previsioni altamente localizzate e tempi più ampi, spaziando da ciò che accadrà nelle prossime ore fino a due settimane di distanza (sebbene le previsioni a distanza superiore a 2-3 giorni siano evidentemente meno attendibili). Il fatto che vi siano quasi 10 mila applicazioni con la parola “meteo” nel titolo negli store per Android e iPhone fa comprendere quali siano le attenzioni su tale tema.
Nonostante le evoluzioni compiute, rimane pur chiaro ed evidente che stimare la precisione delle previsioni meteo è tutt’altro che semplice. Cosa è più importante, ad esempio, la temperatura o la pioggia o le condizioni del vento? È meglio scegliere un’app che abbia un tasso di errore globale medio più basso, o quella che ha un tasso di coincidenza con la realtà maggiore? Purtroppo, o per fortuna (dipende da come guardate questo tema!), ci sono moltissimi modi per misurare l’accuratezza delle previsioni.
Un altro elemento che è emerso da recente analisi è che, contrariamente a quanto alcuni potrebbero aspettarsi, l’accuratezza non è l’unico aspetto da prendere in considerazione. In un’osservazione di qualche anno fa veniva ad esempio considerato come le previsioni di pioggia dei meteorologi abbiano mostrato diversi errori costanti sul lato pessimistico, specialmente in caso di probabilità di pioggia sempre più basse e sempre più alte.
Insomma, le app per il meteo sono spesso molto più “negative” di quanto poi avviene in realtà. Probabilmente, però, in questo caso entra in gioco un fattore correttivo che cerca di non “scontentare” il cliente. Ovvero, è ben probabile che come utente si rimanga molto più male se piove a “sorpresa”, e ci si dimentica dunque l’ombrello, piuttosto di non usare l’ombrello che però si ha preso a causa di previsioni pessimistiche. È proprio per questo, in fondo, che alcuni meteorologi tendono a prevedere eccessivamente le precipitazioni.
È anche vero – ad onor di cronaca e di verità – che alcune delle principali app si stanno allontanando gradualmente da questo approccio. E, dunque, piuttosto che cercare di dare giudizi ubiquitari su ciò che è importante per la gente, si presta effettivamente maggiore attenzione alla probabilità di precipitazioni, in modo che la gente possa dare il proprio giudizio ex post.
Speriamo che quanto sopra possa contribuire a migliorare la conoscenza del funzionamento alla base delle app con previsioni meteo. E, magari, la prossima volta, a cercare di capire per quale motivo le previsioni negative non si sono realizzate, mentre quelle positive sembrano essere sempre più accurate!