Google sostiene di aver raggiunto la certezza della supremazia quantistica, ma IBM ha provato a sminuire i progressi del Sycamore
La nuova alba dell’informatica quantistica potrebbe non essere così vicina come pensavamo. Alla fine di settembre è trapelato un documento inedito di Google, che affermava di aver raggiunto la supremazia quantistica – il punto in cui un computer quantistico può eseguire calcoli che sarebbero impossibili anche per i migliori supercomputer non quantici. Ma secondo una replica dei ricercatori di IBM, tali affermazioni potrebbero non essere del tutto fondate.
La ricerca di Google ha utilizzato un processore quantico chiamato Sycamore che contiene 54 bit quantici o qubit superconduttori per verificare la casualità di un insieme di numeri. Sycamore è riuscito a compiere in 3 minuti e 20 secondi questa operazione molto complessa finalizzata a dimostrare la casualità di una sequenza di numeri. Il team di Google ha calcolato che per farlo ci sarebbero voluti 10 mila anni utilizzando il miglior supercomputer del mondo, cioè il Summit di Ibm. Ma secondo il documento elaborato da un team di IBM, Google avrebbe commesso qualche errore nelle loro valutazione.
La replica di IBM
I ricercatori IBM hanno affermato che Google non avrebbe sfruttato appieno il potenziale di archiviazione del Summit. Tenendo conto di ciò, hanno calcolato che in realtà sarebbe ragionevole per un supercomputer classico fare questo calcolo. “Una simulazione ideale della stessa attività può essere eseguita su un sistema classico in 2,5 giorni e con una fedeltà molto maggiore” quando viene sfruttata appieno la memoria ha scritto il team IBM sul proprio blog. E con ulteriori perfezionamenti i tempi sarebbero stati ulteriormente ridotti.
Ciò significherebbe che Google non ha effettivamente dimostrato la supremazia quantistica dei computer quantici su quelli classici e la questione sarebbe ancora aperta. Per il momento dall’azienda di Larry Page non è giunta la replica.
Questo dimostra che le affermazioni sulla supremazia quantistica dovrebbero essere prese con le pinze, ha dichiarato Gilligan-Lee, della College University di Londra. “Il tipo di supremazia quantistica che Google e IBM stanno inseguendo qui è davvero un obiettivo complesso.” Poiché i computer quantistici migliorano nel tempo, così come i computer classici, c’è sempre un nuovo algoritmo classico da testare e questo alza l’asticella sempre più ma ci avvicina a grandi falcate verso una nuova era dell’informatica.
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