Certamente oggi grazie ai nostri smartphone siamo in grado di fare cose che fino a qualche anno fa ci sembravano letteralmente impossibili. Tutto ciò grazie anche alle applicazioni, vale a dire i programmini, talvolta sviluppati anche da terzi, capaci di eseguire delle funzionalità molto precise. Vale però sempre la pena ricordare che alcuni fiori hanno le spine, e che quindi anche tra queste app possono nascondersi delle insidie non da poco. Di recente, ad esempio, è venuto fuori che alcune di esse, quelle che più nello specifico sono apparentemente adibite alla sicurezza e alla pulizia, in realtà sottraggono dati e informazioni personali all’utente senza il suo diretto consenso e senza un reale motivo.
Un problema che ha risollevato vecchie perplessità, come una delle vecchie direttive che Google inoltrò nell’ottobre del 2018. Adesso, finalmente, la grande G ha deciso di passare dalle parole ai fatti: sul Play Store, infatti, sono state stroncate quasi 800.000 applicazioni che, in barba a queste direttive, continuavano imperterrite a sottrarre i dati agli utenti. Una quantità gigantesca, pari a circa il 98% delle applicazioni che sarebbero state coinvolte nel discorso. Solamente un 2% è sopravvissuto, grazie ad alcuni appositi aggiornamenti e alla verifica, da parte degli sviluppatori, che questa minuscola percentuale abbisogna effettivamente di accedere ai dati per svolgere la propria funzione principale.
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