Il sito Nature.com ha pubblicato un articolo su uno studio recente che avrebbe dimostrato come i cambiamenti climatici stanno incidendo sull’emissione di carbonio nell’aria
Un articolo pubblicato sul sito Nature.com ha lanciato un nuovo allarme legato al riscaldamento globale legato all’emissione di carbonio. Questa sostanza chimica è stata immagazzinata negli strati organici dei suoli delle foreste boreali per centinaia di anni e nei prossimi anni potrebbe essere rilasciato nell’atmosfera mentre il riscaldamento globale aumenterà e causerà vasti incendi come quello che ha colpito l’Amazzonia in questi giorni.
Le foreste boreali sono attori chiave nel ciclo globale del carbonio, poiché immagazzinano il 30–40% di carbonio terrestre. Accumulando grandi quantità di carbonio, producono grandi emissioni di ogni 70-200 anni circa. Ma è probabile che il cambiamento climatico accorcerà il periodo tra gli incendi (l’intervallo di ritorno del fuoco) producendo temperature più calde, più fulmini, stagioni di incendi più lunghe e condizioni di foresta più asciutte di quelle attualmente osservate. In un articolo su Nature si è evidenziato l’aumento della frequenza del fuoco che potrebbe trasformare le foreste boreali da pozzi di carbonio in fonti di carbonio.
La causa di questo spostamento è dovuta all’impatto di incendi più frequenti sul carbonio legacy – il carbonio organico che è sfuggito agli incendi precedenti e si è accumulato sulla superficie dei suoli delle foreste boreali. Una foresta boreale fungerà da dissipatore di carbonio se un incendio rimuove meno carbonio del suolo rispetto alla quantità accumulata dopo l’incendio precedente – o, per dirla in altro modo, se il carbonio del suolo rimosso da un incendio è più giovane della comunità di alberi colpiti vicino al fuoco.
E’ stato impiegato un metodo originale per studiare l’origine e l’età del carbonio del suolo perso negli incendi del 2014 nelle foreste di abeti neri nei Territori del Nord-Ovest del Canada. E’ stata effettuata la stima della quantità di carbonio presente prima e dopo gli incendi negli strati di suolo organico sovrastanti i terreni minerali in 211 siti forestali, nonché le emissioni di carbonio prodotte dalla combustione di materiale organico sopra e sotto il suolo in tali siti. In 32 siti è stata anche analizzata l’abbondanza di isotopi radioattivi di carbonio nel suolo organico a più profondità per determinare l’età del carbonio interessato dall’incendio. Questo approccio basato sul suolo ha rivelato che il carbonio legacy è stato perso nelle giovani foreste nei siti asciutti, mentre le vecchie foreste nei siti bagnati accumulavano ancora carbonio in superficie.
Alcune foreste boreali sono ormai vicine al punto critico
Gli studi recenti sui cambiamenti climatici hanno dimostrato che alcune foreste boreali sono ormai vicine al punto critico nella loro capacità di resistenza al fuoco, oltre la quale la funzione di stoccaggio del carbonio di questo ecosistema cambierà. Questa è una delle maggiori preoccupazioni, non solo perché aumenterà la velocità con cui l’anidride carbonica viene rilasciata nell’atmosfera, ma anche perché queste foreste offrono molteplici vantaggi.
Le foreste boreali costituiscono il più grande bioma terrestre, con alcune delle aree intatte più grandi del mondo di foresta incontaminata e ospitano una biodiversità unica. Inoltre, sono fonti di prodotti in legno e contribuiscono notevolmente alla qualità globale dell’aria e alla regolamentazione del clima. La perdita di carbonio e la rimozione dei suoli organici dal fuoco trasformeranno questo ecosistema, con conseguenze al momento imprevedibili.
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