Barriera corallina

Caraibi: malattia distrugge le barriere coralline

Nel gennaio scorso i subacquei che monitorano le barriere coralline al largo di St. Thomas, nelle Isole Vergini americane, avevano notato qualcosa di allarmante: grandi lesioni di colore bianco stavano consumando i tessuti colorati di centinaia di coralli duri. Alcuni coralli erano morti il giorno successivo, e di essi restavano solo gli scheletri bianchi e spogli. Altri languivano fino a due settimane. In quattro mesi, più della metà della barriera corallina ha subito la stessa sorte.

Non è chiaro cosa stia uccidendo i coralli, ma il sospetto principale è una malattia che porta alla perdita di tessuto corallino duro, a volte indicata dalle iniziali SCTLD o dal soprannome “skittle-D”. Questa infezione, scoperta in Florida nel 2014, è responsabile di quella che alcuni scienziati considerano una delle più letali epidemie di malattia corallina mai registrate.

Nei Caraibi, la malattia sta devastando circa un terzo delle 65 specie di barriere coralline della regione, secondo le stime degli scienziati. Eppure i ricercatori non sono nemmeno in grado di dire con certezza se la malattia è virale, batterica o causata da qualche altra miscela microbica. Qualunque sia la causa, “sta distruggendo intere specie”, come afferma l’ecologa dei coralli Marilyn Brandt, a capo di un team scientifico che cerca di affrontare l’epidemia da diverse angolazioni di ricerca.

Le passate epidemie di altre malattie dei coralli che hanno colpito la zona intorno a St.Thomas hanno ridotto la copertura corallina del 50% in un anno, afferma Brandt, della University of the Virgin Islands. Ma questa nuova malattia ha provocato la stessa quantità di danni impiegando la metà del tempo, diffondendosi più velocemente e uccidendo più coralli di qualsiasi focolaio verificatosi in passato nella zona.
“Cammina lungo la barriera corallina e raramente abbandona i coralli”, aggiunge Brandt. “Siamo piuttosto spaventati”.

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