I ricercatori di Stanford prospettano una soluzione ai cambiamenti climatici

Un processo relativamente semplice potrebbe contribuire all’inversione di tendenza dei cambiamenti climatici e, allo stesso tempo, rivelarsi benefico per la salute. Questa è una delle possibilità che emergono da uno studio elaborato dai ricercatori di Stanford che evidenzia una soluzione apparentemente complessa: la conversione di un gas responsabile dell’effetto serra in un altro.

Lo studio, pubblicato su Nature Sustainability, descrive un potenziale processo per la conversione del gas metano, estremamente potente, in diossido di carbonio, conduttore di riscaldamento globale molto meno potente. L’idea di rilsciare volontariamente diossido di carbonio nell’atmosfera appare sorprendente, ma gli autori della ricerca osservano che la conversione del metano in diossido di carbonio apporterebbe un beneficio significativo all’ambiente.

Il principale autore dello studio, Rob Jsckson, docente di Scienze della Terra alla Stanford’s School of Earth, Energy & Environmental Sciences, asserisce che questa tecnologia, se perfezionata, potrebbe riportare l’atmosfera alle concentrazioni di metano e altri gas preindustriali.

Lo studio parte dal presupposto che l’eliminazione di alcune fonti di emissioni di metano – dalle coltivazioni di riso o gli allevamenti di bestiame, ad esempio – può essere molto costosa. Secondo il coautore dello studio Chris Field, direttore dello Stanford Woods Institute for the Environment, un’alternativa valida è eliminare le emissioni mediante l’eliminazione del metano, in modo da non aumentare il riscaldamento dell’atmosfera.

Nel 2018 le concentrazioni di metano, il 60% del quale viene prodotto dall’uomo, hanno toccato livelli due volte e mezzo più elevati rispetto all’epoca preindustriale. Nonostante il livello di diossido di carbonio sia molto maggiore, il metano è 84 volte più potente in termini di riscaldamento ambientale per i primi 20 anni dopo la sua emissione.